Negli ultimi anni il cellulare e internet hanno contribuito ad amplificare alcuni atteggiamenti adolescenziali tipici, tra cui la distanza dai genitori, il bisogno di appartenenza e il desiderio sfrenato di condivisione, anche a costo di mettere a repentaglio la nostra privacy.
A questi dobbiamo aggiungere il fenomeno del bullismo che, mediante i mezzi di comunicazione più diffusi, si è ulteriormente diffuso ed è diventato quello che ormai viene definito cyberbullismo. Proviamo a fare un po’ di chiarezza perché spesso il termine bullo viene usato in modo inappropriato.
La prepotenza occasionale è cosa ben diversa dalle varie forme di violenza e sopruso agite regolarmente da alcuni ragazzi nei confronti di altri.
Siamo di fronte a episodi di bullismo ogni volta che qualunque tipo di molestia – verbale, psicologica o fisica – viene esercitata ripetutamente da una persona o da un gruppo verso altri.
Sul web gli atti di molestia possono manifestarsi in moltissimi modi che spesso sono sottovalutati. Le forme di violenza protratta attraverso i mezzi di comunicazione prende il nome di cyberbullismo.
In che modo un ragazzo/a può essere colpevole di cyberbullismo? Vediamo alcuni esempi:
Rispetto al bullismo, il cyberbullismo ha alcune caratteristiche particolari.
Chi è il cyberbullo? Secondo gli studi effettuati dalla Polizia di Stato, il cyberbullo ha un’età compresa tra i 10 e i 16 anni, con un comportamento apparentemente insospettabile e una competenza informatica superiore alla media. Spesso usa Internet per dare sfogo a quello che di persona e nella vita reale non riuscirebbe a esternare.
Le conseguenze psicologiche sono molto gravi. Questi fenomeni ledono profondamente l’autostima della vittima e hanno effetti drammatici sulla sua identità personale. Chi viene preso di mira potrebbe avere difficoltà a scuola, sviluppare ansia, depressione fino a ad arrivare a togliersi la vita.
In che modo ci si può difendere? Se si è vittima di cyberbullismo è utile seguire alcuni consigli pratici, tratti dalle Linee Guida redatte da Telefono Azzurro:
Cosa può fare allora un genitore per prevenire il fenomeno del cyberbullismo? Innanzitutto agire sui sentimenti e sui comportamenti, dialogando con il proprio figlio, sforzandoci di capire cosa prova, insegnandogli a rispettare se stessi e gli altri, promuovendo senso critico, autonomia di pensiero e responsabilità.
Portare all’attenzione casi reali di cui si occupano i mezzi di comunicazione favorisce un confronto circa queste tematiche. Spesso è la disinformazione, il silenzio, l’omertà, la convinzione di non poter denunciare associata a un sentimento di impotenza a rafforzare gli aggressori che in questo modo agiscono indisturbati.
Benchè è difficile ricevere le confidenze di un figlio adolescente, mostrarsi aperti al dialogo favorisce la creazione di un legame di fiducia. Inoltre è consigliabile che un genitore monitori l’utilizzo che il proprio figlio fa dei mezzi informatici. Non è necessario essere un esperto di informatica, tuttavia è importante conoscere il linguaggio informatico dei nostri figli in modo da aiutarli a fare un uso corretto dei mezzi e a proteggersi nella loro esperienza online.
Occorre tenere sotto controllo tre aspett:
Dott.ssa Paola Molinari
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Psicoanalitica