Il modo di giocare di un bambino può dare numerose informazioni rispetto alla sua affettività, alla sua intelligenza e alla sua capacità di rapportarsi con il mondo esterno. Non solo: il gioco è l’espressione più manifesta dei conflitti, delle paure, dei desideri di un bambino. Il gioco è un momento di totale libertà durante il quale il bambino ha il permesso di “infrangere” le regole, capovolgere quei divieti con i quali lui si imbatte lungo la sua strada. È dunque fondamentale consentire al bambino di giocare il più liberamente possibile ogni volta che lo desidera.
È naturale nutrire il timore che il proprio figlio possa farsi del male, giocando. L’ansia eccessiva, tuttavia, rischia di suscitare in lui insicurezza o di ottenere l’effetto contrario.
Durante il cammino verso una maggiore autonomia, il bambino ha bisogno di poter affrontare una serie di esperienze che lo espongono a piccoli infortuni.
Il gioco è una conseguenza dell’esplorazione: il bambino vuole provare a muoversi più velocemente, vuole tentare di arrampicarsi, vuole allungare le mani anche verso oggetti che potrebbero ferirlo. A partire dai primi passi, i genitori sono chiamati a un compito delicato: proteggerlo laddove esiste un pericolo e, nello stesso tempo, lasciargli la possibilità di valutare le proprie capacità, affinchè possa misurarsi con l’ambiente che lo circonda.
A partire dal momento in cui il bimbo comincia a camminare, è bene distinguere i “NO” con tono di allarme in caso di pericolo effettivo da un “Questo è meglio di no” per dissuaderlo da azioni che di fatto non compromettono la sua incolumità, come ad esempio afferrare una borsa con l’intenzione di rovesciarne il contenuto. In questo modo non si creerà in lui confusione, bensì il bambino imparerà ad avere ben chiara la differenza tra quelle situazioni che possono esporlo a un danno fisico da quelle che, pur generando qualche problema, sono di minor portata.
Aiutarlo a risolvere i problemi, anziché sostituirsi a lui, gli permette di apprendere dall’esperienza la strategia per portare a termine un’iniziativa intrapresa.
Eliminare, poi, tutto ciò che può rappresentare per lui un pericolo, consente al bambino di esplorare, scoprire, giocare, senza doversi continuamente bloccare. Cercare di afferrare tutta una serie di invitanti scatoline per giocarci è un impulso irrinunciabile: meglio, pertanto, evitargli, tale tentazione.
Non dimentichiamoci che fino ai quattro-cinque anni, i genitori devono vigilare continuamente sull’incolumità del proprio figlio. Occorre del tempo affinchè il bambino acquisisca la consapevolezza che è possibile farsi del male e che valuti la reale pericolosità delle situazioni.
Dott.ssa Paola Molinari