Più si teme di non potercela fare da soli più si richiede la presenza dell’altro.
Annalisa Barbier
Quando parliamo di dipendenza affettiva dobbiamo necessariamente considerare ognuno di noi è dipendente in qualche misura dagli altri, tutti noi abbiamo bisogno di approvazione, empatia, di conferme e ammirazione da parte degli altri, per sostenerci e per regolare la nostra autostima.
La vera indipendenza non è né possibile né auspicabile. Ma la dipendenza affettiva può raggiungere una forma così estrema da diventare patologica. In questi casi la persona non è in grado di prendere delle decisioni da sola, ha un comportamento sottomesso verso gli altri, ha sempre bisogno di rassicurazioni e non è in grado di funzionare bene senza qualcun altro che si prenda cura di lei (G. O. Gabbard, 1995). Le persone dipendenti sono schive e inibite, quando sono sole si sentono indifese: vivono nel terrore di essere abbandonate e sono letteralmente sconvolte quando qualche relazione stretta finisce.
Cos’e’ la dipendenza affettiva?
La dipendenza affettiva e’ una condizione relazionale negativa che e’ caratterizzata da una assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva e nelle sue manifestazioni all’interno della coppia. Tale condizione, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere interrotta per ricercare un nuovo stato di serenità. Qualora ciò risulti impossibile si e’ soliti parlare di “dipendenza affettiva”. Quali sono le caratteristiche delle persone con una dipendenza affettiva dal partner? Una prima caratteristica della dipendenza affettiva e’ la necessità di essere accuditi che determina un comportamento sottomesso e il timore della separazione.
L’amare l’altro diventa spesso una forma di sofferenza; il benessere emotivo, a volte anche la salute e la sicurezza, vengono messi a repentaglio per il benessere dell’altro. Troppa energia vitale e’ impiegata nell’amare o nel ricevere amore e approvazione, poca ne rimane per attività autodeterminate, rivolte al raggiungimento di obiettivi precisi. Le persone con difficoltà affettiva non riescono a prendersi cura di sé, a creare degli spazi per la propria crescita personale perché sempre prese, in quel momento, da qualche problema del partner che richiede la loro attenzione e la loro energia vitale.
La seconda caratteristica è un atteggiamento negativo verso il Sé, per cui queste persone soffrono di un profondo senso di inadeguatezza, sono convinte che per essere amate devono sempre essere diligenti, amabili, sacrificarsi per l’altro per poter ricevere il suo amore. Anche quando questo vuol dire farsi male. Un’altra caratteristica che accomuna tutti i rapporti dei dipendenti da amore è la paura di cambiare. Pieni di timore per ogni cambiamento, essi impediscono lo sviluppo delle capacità individuali e soffocano ogni desiderio e ogni interesse.
Chi soffre di dipendenza affettiva è ossessionato da bisogni irrealizzabili e da aspettative non realistiche. Queste persone ritengono che occupandosi sempre dell’altro la loro relazione diventi stabile e duratura.
Ma, immancabilmente, le situazioni di delusione e risentimento che si possono verificare li precipitano nella paura che il rapporto non possa essere stabile e duraturo, ed il circolo vizioso riparte, a volte addirittura “amplificato”. Non ci si rende conto che l’amore richiede onestà e integrità personale perché l’amore e’ un accrescimento reciproco, uno scambio reciproco tra persone che si amano. Gli affetti che comportano paura e dipendenza, tipici della dipendenza affettiva, sono invece destinati a distruggere l’amore. Spesso, anche se non sempre e necessariamente, la persona amata e’ irraggiungibile per colui o colei che ne dipende. Anzi, in questi casi si può affermare che la dipendenza affettiva si fonda sul rifiuto, anzi, se non ci fosse, paradossalmente, il presunto amore non durerebbe. Infatti, la dipendenza si alimenta dal rifiuto, dalla negazione di Sè, dal dolore implicito nelle difficoltà e cresce in proporzione inversa alla loro risolvibilità. Quello che incatena nella dipendenza affettiva e’ l’ingiustificata, assurda, sconsiderata presunzione di farcela.
La presunzione di riuscire prima o poi a farsi amare da chi proprio non vuole saperne di amarci o di amarci nel modo in cui noi pretendiamo.
La terapia a orientamento psicodinamico indaga la dimensione relazionale, mira a promuovere l’indipendenza di pensiero e di azione del paziente, a sviluppare associazioni sulle origini della dipendenza e delle paure a essa associate per giungere a una consapevolezza che consenta alla persona di costruire relazioni basate sull’autenticità e sulla reciprocità.